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Aiutiamo i giovani aggressivi a percorrere altre strade
Articolo pubblicato su La Gazzetta di Lucca in data 20 Aprile 2018
Le notizie di questi ultimi giorni sui gravi episodi che accadono nelle scuole rilevano uno stato di allarme: gli alunni non attribuiscono più agli insegnanti il rispetto dovuto al loro ruolo ritenendoli ormai deboli ed inadeguati a soddisfare ii loro bisogni educativi. Il fenomeno avrà a mio parere una pericolosa escalation, perché i genitori invece di fare fronte comune con gli insegnanti hanno a loro volta atteggiamenti sempre più aggressivi verso le istituzioni scolastiche. La mia deontologia professionale mi impone d inserirmi nel dibattito ed esprimere il mio punto di vista di psicoterapeuta di formazione sistemico-strategica.
Gran parte degli psicologi e dei pedagogisti attribuiscono la causa principale del fenomeno al fatto che i genitori hanno abbandonato il loro impegno formativo. Però, secondo il mio punto di vista, tutti i contesti che accolgono le nuove generazioni sono orientati da un modello di relazioni democratico- permissive dove i minori sono ritenuti piccoli uomini in grado di decidere autonomamente come vivere e come comportarsi: dal neonato che può succhiare il latte sino ai 6 anni, allo studente che si firma da solo le giustificazioni, al piccolo calciatore che non accetta le decisioni dell’arbitro o dell’allenatore incitato da padri e madri urlanti ai bordi del campo. Al bambino non viene più riconosciuto un diritto fondamentale alla immaturità- fragilità da aiutare e strutturare con amore, ma con altrettanta competenza e fermezza; viene privato di un lento e graduale sviluppo delle sue capacità e catapultato troppo precocemente in una età adulta. Dalla situazione sopra delineata emerge un forte e chiaro messaggio comunicativo: non ci sono limiti nè comportamenti dovuti e su cui non si può transigere.
Questa è l’atmosfera pedagogica in cui viviamo. Il compito degli educatori è diventato molto più arduo ed irto di difficoltà di quanto non lo fosse nel passato. I principali responsabili dell’educazione, genitori ed insegnanti non possono esimersi dall’ accettare la sfida della modernità. Per questo hanno bisogno di affinare le loro capacità ed acquisire nuovi strumenti comunicativi.
Se la premessa democratica-permissiva che ho illustrato è il contesto che prepara un terreno fertile agli episodi inquietanti di questi giorni si impone un cambiamento di premesse e soprattutto di tornare ad un modello asimmetrico ed autorevole nelle relazione con i giovani. In questo compito genitori ed insegnati non possono essere certo lasciati soli ma devono sapere che i luoghi in cui possono trovare sostegno consiglio e nuove competenze esistono. Chi è interessato ad approfondire gli argomenti della comunicazione tra giovani ed adulti, del problem-solving strategico e della gestione delle relazioni conflittuali, può rivolgersi al sito www.terapiabrevestrategicalucca.it